Manuela Fussi
Ispettrice Corpo delle Infermiere Volontarie Ravenna e Cervia
Volontaria dal 1989
E' di agosto la nomina della nuova Ispettrice delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana per i Comuni di Ravenna e Russi: Sorella Manuela Fussi, socia dal 1989, con nomina dell'Ispettorato Nazionale subentra a Sorella Rita Trevisi. Le Infermiere Volontarie CRI, conosciute anche come Crocerossine, operano instancabilmente a Ravenna nelle attività sociali e sociosanitarie, in ausilio ai pubblici poteri e alle Forze Armate. Quotidianamente a supporto della popolazione e delle istituzioni, sono state presenti accanto alla comunità di Ravenna anche in questa emergenza sanitaria. Manuela Fussi ha coordinato negli ultimi 15 anni le attività in supporto al Dipartimento Cure Primarie e Igiene Pubblica dell’AUSL della Romagna per il settore migrazioni, nell’ambito di un progetto unico a carattere regionale, e si pone oggi alla guida delle Crocerossine di Ravenna.
Il Presidente della Croce Rossa Alberto Catagna si congratula con Sorella Fussi per la nomina appena giunta "E' importante ringraziare Sorella Rita Trevisi per il percorso svolto in questi quattro anni di mandato, per aver colto appieno lo spirito dell'Associazione e per essere stata una solida guida per tutte le Crocerossine del territorio. Il mio augurio per Sorella Fussi è quello di riuscire sempre di più a operare con capillarità sul territorio, sia nei servizi rivolti alla popolazione civile sia nei servizi ausiliari alle Forze Armate. Il 2020 è un anno di grande cambiamento, e sono sicuro che Sorella Fussi, che conosco come persona estremamente capace e propositiva, saprà affrontare le sfide che ci vedono protagonisti e strutturare una risposta ancora più efficace alle esigenze della comunità.".
“Ringrazio per la fiducia riposta in me” ha dichiarato Manuela Fussi “mi impegnerò a consolidare il buon lavoro di chi mi ha preceduto, in particolare Sorella Rita Trevisi, e a dare continuità all’impegno e alla presenza forse silenziosa, ma puntuale e affidabile, delle Sorelle nelle necessità della nostra popolazione, anche e soprattutto in momenti particolarmente difficili come quelli che stiamo vivendo."
Le Infermiere Volontarie della C.R.I. assicurano assistenza Infermieristica e Socio Sanitaria a fronte di una professionalità riconosciuta a pieno titolo ogni qualvolta si presti servizio presso le Strutture della C.R.I. e delle Forze Armate, ed in particolare:
L'impiego delle Infermiere Volontarie è previsto:
La "piccola" storia del Corpo delle Infermiere Volontarie della C.R.I. si
snoda nell'arco di un secolo, dal 1908 ai giorni nostri, in parallelo ed in contemporanea con la "grande" Storia dell'Italia, dell'Europa, del mondo intero sconvolto dalle guerre, ma
soprattutto testimone di tutti quegli avvenimenti che hanno inflitto ferite alla Società Civile e che hanno interessato il nostro Paese nei quasi cento anni trascorsi.
Una piccola, grande storia di donne, di volontarie chiamate e sempre presenti laddove l'umanità sofferente lo ha richiesto e lo richiede.
Una storia fatta da donne di ogni ceto sociale, regine e casalinghe, tutte uguali nell'uniforme, tutte animate da uno stesso ideale, tutte pronte al sacrificio anche della propria vita,
per tenere fede a quell'ideale.
Non si tratta di retorica spicciola ma di una realtà testimoniata dalla nostra antologia di immagini antiche e nuove che ci mostrano i volti sorridenti, talvolta sofferenti e stanchi di
quelle donne al fronte, negli ospedali, sulle navi, nel gelo della Russia o sotto il sole rovente in tende da campo, in terre devastate dagli uomini o dalla natura, tra i profughi, gli
alluvionati o i terremotati.
Dovunque e comunque, Crocerossine.
Le immagini parlano, raccontano storie lontane, rivelano caratteri e stati d'animo.
Per questo non faremo una storia dettagliata del Corpo, zeppa di cifre e di dati statistici, preferendo raccontare attraverso le immagini.
Le immagini sono testimonianze immutabili che possono servire da esempio alle nuove generazioni di "Sorelle" per indicare loro il vero spirito che deve guidarle nell'intraprendere un
volontariato entusiasmante ma anche difficile, difficile quanto può esserlo la rinuncia di sé per tener fede alle proprie scelte di vita.
Fondazione del Corpo
Il primo corso di formazione per infermiere della Croce Rossa, venne organizzato a Milano nel 1906 da un gruppo di donne sensibili al problema dell'assistenza agli infermi. Tra di esse
ricordiamo Sita Meyer Camperio, Rosa De Marchi, Matilde Visconti di Modrone.
Il corso ebbe molto seguito e l'iniziativa si diffuse in altre città quali Genova, La Spezia, Firenze e Roma dove il Corso fù inaugurato con il patrocinio della Regina Elena.
Nasceva ufficialmente il Corpo delle Infermiere Volontarie.
Nel 1908 già un migliaio di infermiere tra diplomate ed allieve costituivano il personale disponibile. Tra di esse 260 furono mobilitate per i soccorsi nel disastroso terremoto di Messina
verificatosi in quell'anno.
Nel 1910 il Corpo si fornì di un nuovo regolamento e di uniformi uguali per tutte e l'anno successivo ebbe, per così dire, il "battesimo del fuoco", partecipando al soccorso dei feriti
sulla nave "Menfi" durante il conflitto italo-turco. A questa operazione presero parte circa 60 infermiere tra le quali la Duchessa d'Aosta.
L'approssimarsi dell'entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi centrali, fece sì che le iscrizioni ai corsi si moltiplicassero, tanto che alla vigilia del primo conflitto mondiale,
il Corpo contava circa 4.000 infermiere.
La Prima guerra mondiale 1915 - 18
Allo scoppio della guerra il Corpo disponeva di circa 4000 infermiere che raddoppiarono nel corso del conflitto raggiungendo le 8.500 unità sotto la guida della Duchessa
d'Aosta.
Le infermiere furono impiegate, oltre che nelle Unità Sanitarie sulla linea del fronte, anche in tutte quelle strutture ospedaliere che erano sorte ovunque sul territorio italiano, per
sopperire alle necessità dei militari feriti.
Strutture spesso improvvisate in ville private, conventi, edifici pubblici, persino il Quirinale, trasformati in ospedali di fortuna, che si trovavano nelle immediate retrovie dove le
Sorelle lavorarono ininterrottamente per tutto il periodo bellico.
A loro era demandata la funzionalità di queste strutture nelle quali, oltre alla cura dei feriti, dovevano occuparsi del guardaroba, della farmacia, delle cucine e di quant'altro
necessitava.
Operavano sui treni ospedale che facevano la spola tra il fronte e le retrovie con il loro carico di feriti, e se la guerra mieteva vittime sul fronte, una terribile epidemia doveva
mettere a dura prova le nostre infermiere: "la spagnola". Una forma influenzale per quei tempi mortale che si portò via milioni di vite nel mondo e per la quale morirono anche molte
Sorelle contagiate dal morbo.
Molte, alla fine del conflitto, furono le infermiere decorate al valor militare e tra di esse va segnalata la Medaglia d'Argento conferita alla Duchessa d'Aosta, instancabile
organizzatrice, che non mancò mai di portare il suo incoraggiamento alle Sorelle anche sotto i bombardamenti sulla linea del fronte.
In totale gli ospedali territoriali della Croce Rossa Italiana furono 204 con circa 30.000 posti letto. Furono mobilitate in totale 7.320 Infermiere Volontarie.
Il Ventennio tra le due guerre 1919 - 1939
Grazie all'infaticabile opera prestata in tempo di guerra, le Infermiere Volontarie, dapprima tollerate, poi accettate con riserva in un ambiente prettamente maschile, si erano meritate
sul campo la stima e la considerazione unanime, tanto da divenire ormai parte integrante della Sanità Militare e da poter operare negli ospedali militari che divennero anche scuole per
allieve infermiere.
La loro opera si estese anche agli ospedali civili, alle strutture assistenziali quali colonie estive, preventori antitubercolari e antimalarici, ambulatori e assistenza
domiciliare.
Grazie a questa intensa attività, i corsi per allieve infermiere ben presto si moltiplicarono su tutto il territorio e con essi la disponibilità del personale mobilitabile.
A partire dal 1935, a seguito della conquista dell'A.O.I (Africa Orientale Italiana) numerose Sorelle vennero imbarcate sulle navi ospedale che raccoglievano i feriti di quelle guerre per
ricondurli in patria.
Fu inoltre loro affidata l'assistenza delle famiglie dei coloni che si imbarcavano per raggiungere le nuove terre d'Africa e non molti anni dopo, dovettero accompagnare quegli stessi
emigrati nel viaggio di ritorno, quali profughi forzatamente rimpatriati dai nuovi Governi delle ex colonie.
Le Infermiere, inoltre, vennero stanziate negli ospedali militari in Etiopia, Somalia, Abissinia, Libia ed Eritrea dove, oltre alla cura dei nostri soldati, nelle apposite strutture
create, provvedevano anche all'assistenza della popolazione civile.
Nel 1936 furono al seguito del contingente di volontari partiti dall'Italia per combattere nella Guerra civile spagnola, una sorta di grande prova per la guerra mondiale che si sarebbe
scatenata di lì a pochi anni.
I venti di guerra si evincono dalle foto che ritraggono le Infermiere in esercitazione con le maschere antigas, triste esperienza della prima guerra mondiale.
Seconda Guerra mondiale 1940 - 45
All'atto della dichiarazione di guerra furono mobilitati anche tutti i Corpi Sanitari compreso il Corpo Militare della C.R.I. e quello delle Infermiere Volontarie.
Il primo Settembre 1939 era stata nominata Ispettrice Nazionale Maria Josè Principessa di Piemonte, che, insediatasi pochi giorni dopo, iniziò la riorganizzazione del Corpo nominando nel
Maggio dell'anno successivo le 16 Ispettrici dei Centri di Mobilitazione.
Allo scoppio della guerra, il 10 Giugno del 1940, il Corpo si trovò a dover fare fronte a molteplici esigenze che ne richiedevano il supporto: ospedali militari, ospedali da campo, treni
e navi ospedale, ospedali extra territoriali, ovunque c'era necessità di un'assistenza costante e competente, le Infermiere risposero all'appello.
Unanime, nelle memorie scritte delle Sorelle, il riconoscimento alle capacità organizzative e direttive dell'Ispettrice Nazionale, la "Sorella di Piemonte", affiancata per altro da
validissime collaboratrici.
L'opera preziosa e insostituibile delle Infermiere Volontarie ebbe un riconoscimento concreto quando il Governo decise di rendere legge dello Stato il Regolamento del Corpo con decreto
del 12 Maggio 1942 n°. 918.
Furono lunghi anni di sacrificio in una guerra che non aveva fronti e si estendeva verso altri continenti, in terre lontane, riarse dal caldo o indurite dal ghiaccio. Paesaggi desolanti
di distruzione, di morte e di sofferenze fisiche e morali dove le Sorelle costituivano spesso l'unica presenza femminile e rappresentavano per i soldati l'immagine di affetti lontani,
cura per le ferite del corpo e conforto per chi non sarebbe più tornato.
Notevole fu il contributo delle Infermiere Volontarie sulle navi ospedale (alle quali è dedicata una sezione monografica) per il trasporto dei feriti dalle terre d'Africa e per il
salvataggio dei naufraghi.
Al seguito delle truppe italiane nella campagna d'Africa, nella campagna di Russia,d'Albania, di Jugoslavia, restano di quelle missioni, testimonianze fotografiche, diari, libri di
memorie, racconti che ci tramandano l'eroismo quotidiano, umile, oscuro, di tante "Sorelle", donne giovani, meno giovani, aristocratiche e borghesi, donne forti che seppero resistere e
soffrire come soldati, con i soldati.
Il Dopoguerra
La fine della guerra significò anche la conta delle Sorelle cadute nell'adempimento del proprio dovere: 18 Infermiere di cui due fucilate dai tedeschi e due decedute in campo di
concentramento.
Con l'avvento della Repubblica la carica di Ispettrice Nazionale, ricoperta da Maria Josè di Savoia fino al 1946, divenne vacante e la stessa Regina nominò reggente S.lla Paola Menada che fù poi confermata Ispettrice Nazionale
con nomina presidenziale e che dirigerà il Corpo fino al 1976.
Il dopoguerra, tempo di disperazione, di miseria, di macerie, vide il Corpo nella necessità di riorganizzarsi e di stringere le fila.
Gli eventi successivi all'8 settembre del 1943 avevano diviso l'Italia e gli italiani; anche le Infermiere Volontarie avevano dovuto fare scelte di campo, non certo scelte politiche
quanto piuttosto contingenti, e dopo la guerra fù riconosciuto alle Sorelle, come ai sanitari del Corpo Militare C.R.I., che il loro agire era stato del tutto conforme ai principi umanitari ed alle Convenzioni Internazionali della Croce Rossa.
Tanti e gravi erano i problemi che in quel periodo affliggevano l'Italia: soldati reduci o dispersi, prigionieri e invalidi di guerra, orfani, scarsità di medicinali, profughi che
rimpatriavano dalle ex colonie, alluvioni, epidemie... ma la volontà di ricostruire anche moralmente l'Italia prevaleva su qualunque difficoltà e anche le Sorelle si rimboccarono le
maniche per essere ancora una volta presenze silenziose ed efficienti al servizio dell'Umanità.
Il Corpo oggi
Le Infermiere Volontarie, Ausiliarie delle Forze Armate, sono oggi presenti in ogni settore della vita civile in cui la loro presenza sia richiesta, fanno parte di diritto del personale
mobilitabile della Protezione Civile e delle Forze Armate.
Le attività del Corpo spaziano in tutti i settori della vita sociale in cui la loro opera sia richiesta e necessaria.
Si sono attivate in tutti i disastri che hanno colpito il Paese negli ultimi decenni e dal 1982 partecipano a tutte le missioni di pace al fianco delle Forze Armate e della Croce
Rossa.
Il Corpo ha quindi fatto fronte, nell'ultimo ventennio, anche alle emergenze internazionali, inviando le Sorelle negli Ospedali Militari delle Forze multinazionali che hanno operato in
varie zone del Mondo.
Dalla prima esperienza del Libano sono state presenti in Somalia, dove ha trovato la morte la giovane Sorella Cristina Luinetti, in Mozambico, in Turchia, in Bosnia, in Albania, Kosovo,
in Iraq, ad Hebron e Kabul con le forze ONU, in Giordania, in Medio Oriente, in Pakistan e Sud Est Asiatico.